Registrare il brand in Cina tutela la comunicazione sui Canali Social cinesi

Perché é necessario registrare il proprio brand in Cina se si vuole promuovere e vendere i propri prodotti in questo Mercato


I consumatori in Cina mostrano un'elevata considerazione per i marchi che scelgono di acquistare.

Per i marchi occidentali, catturare la loro attenzione rappresenta una sfida sempre più complessa. Le imprese di successo sono quelle capaci di costruire un'immagine del proprio marchio forte e accattivante, in linea con le preferenze dei consumatori cinesi. L'utilizzo dei social network costituisce uno dei metodi più efficaci per raggiungere tale obiettivo.

Secondo il China Post, nel 2017 un utente cinese trascorreva mediamente 25 ore online ogni settimana, di cui il 40% era dedicato ai social media. Dal 2017 al 2024 cos’é cambiato? Ora un utente medio cinese trascorre circa 5 ore al giorno sui Social e il tasso di penetrazione é in continuo aumento. Nel 2020, il numero di utenti mobile sui social media ha raggiunto i 924 milioni, registrando un aumento di 44 milioni di utenti nel 2021. A oggi ha superato il miliardo di utenti.

Seguire un marchio su un social network cinese , specialmente se si tratta dell'account ufficiale su WeChat o su WeChat Channels, rappresenta un impegno significativo per gli utenti cinesi. Di conseguenza, essi selezionano con attenzione e sostengono solo i brand che trovano veramente interessanti.

Se ne deduce che, vista la grande visibilità che può dare un canale Social ad un brand, soprattutto straniero, é fondamentale comunicare e promuoversi su un canale Social adatto alla propria platea, ma é ancora più importante, tutelare il proprio marchio e i propri segni distintivi. Sui Social infatti non stanno solo i consumatori ma stanno anche i concorrenti e i copiatori seriali. E questo vale per tutti i mercati.

Nel 2021, sono state depositate 9.451.000 richieste di registrazione di marchi cinesi, secondo il rapporto annuale del CNIPA. Di queste, 258.000 sono state presentate da soggetti stranieri, indicando un crescente interesse delle aziende globali per il mercato cinese.

La legislazione cinese sul deposito dei marchi é diventata molto più restrittiva, proprio per tutelare le copie della proprietà intellettuale, che da sempre sono un trauma per i brand stranieri. Hai voglia a dire che le copie dei brand e la conseguente contraffazione dei prodotti, elevano la visibilità del brand originale e la sua reputazione. Sono comunque problemi da risolvere.

In Cina e in altre parti del mondo, esiste un rischio reale che i marchi delle aziende italiane vengano usurpati da terzi. È essenziale adottare un approccio prudente, agendo in modo preventivo e registrando prontamente i marchi aziendali.

Quali sono i passi per registrare un marchio in Cina?

La legge cinese sui marchi adotta il concetto del "first-to-file" (il primo a depositare), il che richiede attenzione nel pianificare lo sviluppo che possa coinvolgere la Cina. È importante tenere presente che, secondo il principio di territorialità, i diritti ottenuti tramite la registrazione e/o l'uso di un marchio in Italia o nell'Unione europea non si estendono automaticamente ad altri territori.

In parole povere? I cinesi sono talmente abili ad intercettare quello che funziona che non esitano ad appropriarsene. E, che la registrazione in Cina vale solo in Cina. Quindi?

  1. verificare che il proprio logo e/o marchio non siano già stati registrati. Nel caso fossero già stati utilizzati da qualcun altro, beh vedere sopra il first-to-file. Nel caso non fossero mai stati utilizzati, dopo un periodo di tempo di almeno 5 anni, se ne può reclamare la proprietà motivandone i motivi e presentando una serie di documenti.
  2. verificare l’effettiva possibilità di registrare il logo e/o marchio così come esiste, é probabile che per una serie di motivi siano necessarie delle modifiche sostanziali. Questo, soprattutto perché molto dipende anche dalla categoria merceologica che si vuole registrare.
  3. le peculiarità culturali e linguistiche, fanno si che sia più facile veicolare un messaggio di marketing attraverso l’uso non solo dei caratteri latini che contraddistinguono un brand, ma ancor di più utilizzando gli ideogrammi. Che il più delle volte, non traducono il nome letteralmente, ma il suo significato in base alla fonetica di pronuncia o il messaggio che comunica il logo. Incredibile? Si. Uno dei casi più conosciuto, é quello del brand americano Polo Ralph Lauren. Nella sua traduzione cinese, il logo si chiama ‘’cavallo a 3 gambe’’.

Svelati questi piccoli trucchi, ovviamente un conto é dirlo, un altro é farlo.

Per la registrazione del brand, ci si deve rivolgere ad un professionista serio. Vedi uno studio legale esperto in marchi , che in Italia può costare attorno ai 2000 eu o più per la registrazione di una sola categoria, a salire. Oppure a chi in Cina ci lavora da tanti anni e si avvale di un serio professionista omologo in Cina.

Per questo tipo di servizio, Francesco Matera di Procomm può supportarti in Cina, visto che lo facciamo d’abitudine e le nostre tariffe sono altamente competitive.

Il processo di ottenimento di un marchio nazionale cinese richiede tempo, senza rilievi o opposizioni, impiega dai 6 mesi all'anno dall'invio della domanda. Al termine si ottiene un certificato che dura 10 anni.

 

 

Comunicazione Social in Cina e Social Brand Protection

Esempi di contraffazione di profili e canali Social ne esistono continuamente anche in occidente, basti pensare all’utilizzo spesso del suffisso ‘’official’’ nel nome utente da parte dei proprietari del brand, che sia una persona o un’azienda. A dichiarare di essere gli unici e gli originali.

I canali principali utilizzati dai brand stranieri per veicolare la loro immagine e promuoversi, sono WeChat e Little Red Book. Ovviamente a seconda della merceologia e non necessariamente in presenza di uno shop online integrato.

Potrebbe essere altamente suggerito aprire un canale ufficiale social in maniera autonoma, onde evitare la gestione del brand da parte di terzi, ma la maggior parte dei professionisti che si occupano di digital marketing, non dichiarano che:

a - bisogna avere un numero telefonico cinese

b - bisogna avere un’azienda registrata in Cina per ottenere la certificazione del profilo

c - bisogna quanto meno avere dimestichezza dei contenuti da comunicare e del linguaggio culturale cinese, prima ancora che utilizzare il traduttore di Google

quindi é automatico dare la gestione dell’apertura ma anche dei contenuti ad un’agenzia invece che al distributore cinese o all'agente, oppure a qualcuno che sul mercato ci sta davvero e che lavora in maniera trasparente.

Poiché il concetto di trasparenza viene spesso sfruttato a seconda degli interessi coinvolti, noi di Procomm abbiamo deciso di farne un punto di riferimento nel nostro lavoro professionale. Abbiamo creato il marchio AllaSalute 莎露特 con l'intenzione trasparente di promuovere i contenuti dei brand che ci affidano la comunicazione, senza cercare di impadronirci del loro marchio. Oltre ad essere italiani, vogliamo utilizzare persone reali come testimonial, in modo che oggi ci siano e domani no, ma il marchio e la comunicazione restino sempre dei legittimi proprietari.

Questo perché conosciamo bene la diffidenza dei due popoli, cinesi e italiani, una sfiducia che può essere superata solo con la trasparenza. A lungo termine, la trasparenza porta vantaggi nel business b2b e b2c in Cina, mentre nei fatti raramente è apprezzata nel proprio Paese. Ma questa è un'altra storia.

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